24 fotogrammi in 4 parole


Sono aperte le iscrizioni all’absent-minded club
settembre 4, 2009, 2:48 PM
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Da oggi sarà possibile iscriversi all’absent-minded club, ovvero il club di quelli che sono sovrappensiero. Absent-minded, appunto.
Basterà lasciare un commento e sarete formalmente iscritti ad un club che si occuperà di studiare, trovare notizie e curiosità di questo grande mondo che appartiene al nostro quotidiano.
Giochi di parole, seri e scientifici abstract, approcci spirituali, vignette. Accettiamo tutto. Tutto quello che può contribuire ad approfondire il grande mondo del sovrappensiero.
Al momento gli iscritti siamo io e Baol e il primo contributo inconsapevole viene da un gruppo belga che gioca sulla pronuncia di absent e absynthe, diventando gli Absynthe-Minded.



Chiedete in giro cos’è l’intelligenza
aprile 22, 2009, 3:35 PM
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Quand’è che riteniamo una persona intelligente? Cos’è per noi l’intelligenza?

Sono partita da queste domande per rendermi presto conto che, al di là di qualsivoglia definizione scientifica, ognuno di noi riconosce, negli altri e in sè, sfumature di intelligenza diversissime.
Caso mai vi venisse il dubbio che qualcuno non vi reputi abbastanza intelligenti sappiate che nel mondo ci saranno sempre persone che invece penseranno il contrario. Questo qualora il vostro auto-giudizio non fosse sufficiente o troppo severo :-)
Se poi peccaste di superbia, sappiate che – al contrario – ci sarà sempre qualcuno che non la penserà esattamente come voi sul vostro conto!

Ho chiesto ad alcuni amici di darmi una loro definizione ed ecco qui un piccolo panel:

Sergio dice:
Unisce capacità di comprendere, velocità di analisi, propensione alla concentrazione, delicatezza di approccio, elasticità nel contemperare le variabili in gioco, empatia con l’interlocutore o con la materia analizzata. Un pizzico di umanità non guasta. Nessuna di queste cose da sola, un po’ di tutte insieme.
Lori dice:
Capacità di coordinare occhi testa orecchie ricordi memoria, capacità di sfruttare ogni singolo d’essi, mettere insieme le due capacità e produrre sequenze interessanti, utili, stimolanti, in grado di offrire nuovi punti di vista a fatti e cose e pensieri.
Marco dice:
Per me l’intelligenza e’ la capacità di imparare ed usare ciò che si e’ imparato
Marco V. dice:
Elasticità, capacità di adattamento
Nico dice:
Vorrei distinguere tra l’INTELLETTO e l’INTELLIGENZA.
L’intelletto è uno strumento che ha l’uomo per risolvere i problemi di ogni giorno, per studiare e dedurre.
L’intelligenza è una dote molto superiore ed è la capacità di capire davvero le cose, i sentimenti e i pensieri. Una specie di super-conoscenza.
Stefania dice:
La capacità di adattarsi a condizioni anche avverse traendone il massimo. Ovvero vedere sfide e opportunità dove altri vedono minacce e problemi.
Giulia dice:
Per me l’intelligenza è la capacità di utilizzare la propria coscienza (che ha a che fare con la capacità di giudizio e col senso di responsabilità verso le “cose”) per operare delle trasformazioni (che preferirei chiamare tendenze) sulla realtà fisica (anche la realtà fisica non solida, come il pensiero, idee, concetti…. ad esempio).
Alessandro dice:
Per me una persona intelligente è una persona che sa stare al mondo, che conosce i propri pregi e difetti e sa stare con i piedi per terra. Una persona misurata e riflessiva è intelligente.
Irish Coffee dice:
è quella cosa che ha colui che non si vanta di averla.
Afra dice:
Riuscire ad amare gli altri e il mondo.

Sono state usate parole quali elasticità, delicatezza, adattamento, memoria, apprendimento, riflessività, trasformazione, coscienza, amore.
Sono certa che se continuassi a chiedere in giro verrebbero fuori altre definizioni, altre parole. Forse per questo è stata data una definizione neutra e scientifica che ho trovato qui e recita più o meno così:

L’intelligenza è l’insieme di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate dall’attività cerebrale dell’uomo e di alcuni animali. È anche definibile come la capacità di ragionare, apprendere, risolvere problemi, comprendere a fondo la realtà, le idee e il linguaggio.

Ma a noi curiosi una sola, univoca, definizione non ci basta, vero? Perchè per noi intelligenza fa una strana rima non baciata con curiosità e varietà.



Una motosega per Brandon Sclero

loca_nuova_piccola-matUna motosega per Brandon Sclero è uno spettacolo delizioso in cui Mauro Gasperini e Guido Catalano rapiscono lo spettatore in un circolo virtuoso, e vizioso (per gli appassionati), di racconti in prosa che diventano poetici e versi poetici che diventano racconto.
Si ride. Tanto. Si gode di visioni immaginifiche disegnate solo con la voce. E con le parole, naturalmente.

Se sentite di tappe nelle vostre città, non esitate.
Non temete se lo chiamano reading risvegliando rigurgiti cultural-pallosi.

Di leggere, Mauro e Guido leggono. Ma avendoli scritti quei pezzi, riusciranno a farvi chiudere gli occhi e perdere il conteggio del tempo con la speciale sapienza di contemporanei sheradzade.

Grazie a lei per averlo portato in Toscana.



Adamo, Eva e il serpente: la Genesi dell’advertising

Mi occupo di comunicazione, da sempre. Da quando in famiglia cercavo di esporre le mie intenzioni attraverso riunioni di famiglia che parevano delle vere e proprie conferenze stampa.
Alla comunicazione, quella analitica delle parole, si è aggiunto nel corso del tempo l’interesse (anche professionale) per quella sintetica delle immagini. Ed è stato proprio a fronte di una ricerca sull’advertising che ho scoperto qui una visione davvero particolare sul mestiere del comunicatore. Il pezzo, scritto da Fidelio Perchinelli Direttore Generale di Assocomunicazione, risale a qualche tempo fa ma vi assicuro che ha delle suggestioni molto interessanti:

    Il primo mestiere del mondo non è quello che credete.
    Il primo mestiere del mondo l’ha inventato Satana mascherato da serpente.
    La storia è nota, è raccontata nel primi capitoli del libro della Genesi.
    Pochi, però, hanno osservato che quell’evento non è solo l’inizio delle pene esistenziali dell’umanità. E’ anche l’inizio della pubblicità.

    Abbiamo un comunicatore: il diavolo.
    Il comunicatore ha un obiettivo: vendicarsi di Dio.
    Per raggiungere questo obiettivo ha ideato un piano strategico: convincere le creature a disobbedire al loro creatore.
    Il suo obiettivo di comunicazione è quello di persuadere la coppia umana ad assaggiare un frutto che Dio ha proibito di mangiare.

    Il comunicatore ha selezionato il suo target group, in questo caso una sola persona. La più suggestionabile, la più aperta al cambiamento: Eva.
    Ha elaborato una copy strategy in cui è delineata una promessa allettante: “Se mangerai il frutto dell’albero vietato, diventerai come Dio.”

    La promessa è tale che Eva percepisce il frutto sotto una nuova luce: ci sono tanti frutti da mangiare, ma questo è:
    – più bello da guardare
    – il più importante da possedere
    – il più buono da mangiare

    Satana ha costruito una nuova immagine per la mela.
    Eva persuasa, mangia e agisce poi da influenzatore nei confronti dello sprovveduto Adamo che mangia anche lui il pomo.

    Il seguito è noto, le due creature e tutta la loro stirpe vengono maledette e davanti ai rimproveri divini, Eva si comporta come qualsiasi consumatrice.
    Attribuisce la colpa della scelta errata non a se stessa, alla propria voglia di esplorazione, alla propria curiosità, alla propria libertà di decisione, ma alla subdola seduzione dell’astuto comunicatore: il serpente.

    In tutta questa storia chi si è dimostrato assai inesperto in materia di comunicazione è Dio, promulgando il divieto di mangiare quel frutto e formulando una promessa/minaccia troppo enorme per essere credibile ed efficacemente dissuasiva.
    Ha reso più attraente e desiderabile l’oggetto che voleva allontanare dalla concupiscenza umana, innescando un prevedibile fenomeno di controdipendenza.



Che cos’è l’intelligenza?
marzo 16, 2009, 8:27 PM
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Ho dato il via ad un piccolo gioco sull’intelligenza. Ho mandato una email ad alcuni amici chiedendo loro di darmi una personale definizione di intelligenza.

Stanno arrivando definizioni di tutti i tipi. Non ce n’è una uguale all’altra.

Se qualcuno passa di qui ed ha voglia di mandarmi una email con la propria definizione, lo faccia subito! Non importa quanto sia rispondente a quella neurologica o psicologica. Voglio che sia personale.

Quando ne avrò raccolto un certo numero vorrei pubblicarle qui. Con o senza il nome dell’autore, a seconda della volontà di ciascuno.

E’ solo un gioco che a qualcuno, però, potrà servire a sciogliere qualche nodo. A me per prima.



fidarsi ciecamente
febbraio 23, 2009, 2:50 PM
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Mi ha lasciata a bocca aperta vedere un cieco sciare.
Scendeva sui suoi sci da solo, seguendo con l’udito il suono degli sci della guida che gli stava qualche metro più avanti.
Fidandosi ciecamente.

Se penso che io – con gli occhi aperti e funzionanti – spesso non riesco a fidarmi nemmeno di me stessa.

Su internet ho cercato cecità e sciare ed è venuto fuori che ci sono molti gruppi di sciatori ciechi. E in questo ho trovato questa battuta:

“Quali emozioni, quali gioie prova un cieco nello sci?”
“Le stesse di tutti quelli che praticano lo sci, tuttavia in modo più profondo e sentito. Perché partecipo alla gioia della mia guida: un amico, che mi segue come un’ombra, che conosce le mie reazioni, i miei limiti e sa interpretare le mie aspirazioni, liberandomi su pendii di neve polverosa. […]”.

Sarà che davvero i limiti spesso sono solo nella nostra testa. Sarà che spesso abbiamo bisogno di una guida.
Sarà che fidarsi non è mai facile ma, a quanto pare, non è mai nemmeno impossibile.



M’illumino di meno
febbraio 12, 2009, 10:04 am
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Partecipa anche tu domani, 13 febbraio, a M’illumino di meno.
Trovate tutti i dettagli qui. E’ un’iniziativa promossa per il quinto anno consecutivo da caterpillar.

Il peggior nemico dell’intelligenza è l’abitudine. A volte basta un piccolo gesto per spezzare questo circuito e dare un segnale forte di cambiamento.

Dalle 18.00 alle 19.30 di venerdì 13 proviamo a utilizzare quanto meno possibile gli elettrodomestici e a tener spente le luci.
Illuminiamoci di meno.



Quella ragazza che amavamo – di Adriano Sofri
febbraio 10, 2009, 9:43 am
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Vi segnalo qui il commento di Adriano Sofri su Repubblica. Le uniche parole che personalmente trovo appropriate. Sennò, silenzio.

Riporto di seguito un piccolo stralcio:

Se c’è una sottile speranza che l’Italia non esca più amara e incattivita da una vicenda oltraggiosamente accanita, è in questo amore condiviso. Il signor Englaro non ha mirato a nessuna convenienza. Non ha fatto conti. Ha fatto quello che sentiva come il suo dovere. Se fosse stato un uomo politico – cioè un politico, oltre che l’uomo che è – si sarebbe sottratto alla piccola trappola della gara col tempo, che metteva in scena nel rullo di tamburi del precipitoso finale il copione degli uni che bruciavano le ore per salvare una vita, degli altri che bruciavano i minuti per sacrificarla. (“Il sacrificio non sia vano”: frase pronunciata ieri sera in Senato, non so con quanta consapevolezza, bestemmia più enorme di tutte, che accusa di un sacrificio umano, e pretende di riscattarlo, per giunta con una legge folle).



Eluana.
febbraio 9, 2009, 3:29 PM
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Dico brevemente la mia sulla vicenda Eluana dopo aver parlato con varie persone sull’argomento, letto giornali e documenti vari, dopo aver seguito sul web le reazioni, i gruppi e tutto quello che la rete in occasioni come queste restituisce in termini di opinione pubblica.

Premesso che l’argomento, avendo a che fare con un tema per me spaventoso come la morte, è molto delicato, ho cercato in tutti i modi di accogliere quanti più punti di vista possibili, ricostruendo la storia della Englaro e vivendo questo momento, in qualità di cittadina, come una – speriamo – importante tappa civile del nostro Paese.

Le cose da dire sarebbero tante ma mi limito a sintetizzarle in poche battute.

Credo che nessuno più del padre, Beppino, abbia diritto di decidere dopo 17 anni di stato vegetativo, della sorte della figlia. Non la chiesa, non un medico nè un governo.

Credo – però – che un governo debba pensare a promulgare una legge, complessa ma possibile, sul testamento biologico magari partendo dalla legge per l’espianto degli organi.

Credo che il limite oltre il quale non si possa più considerare viva una persona sia l’encefalogramma piatto.

Credo che sia plausibile proporre un referendum serio sull’argomento per capire cosa pensa la vera maggioranza e non presumerla da quella politica che pur dovrebbe rappresentarla ma che come in questo caso sembra più che mai “scollata”.

Infine credo che l’unico sentimento che sento più forte in questo momento, dopo lo sdegno per la gestione politica e mediatica del fatto, è la compassione per questo padre e per le persone che conoscevano e amavano Eluana, costretti a farsi portatori di una battaglia per i diritti di tutti costruita sul dolore di pochi.



Ceci n’est pas un cerveau
gennaio 16, 2009, 3:15 PM
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melon-brain1

La segnalazione mi arriva da qui.
L’idea che una persona veda un cervello in un cocomero mi consola. In genere ci sono dei cocomeri spacciati per cervelli.