24 fotogrammi in 4 parole


Habemus Caparezza
luglio 30, 2008, 2:24 PM
Filed under: musica | Tag: , ,

L’altra sera ho assistito al mio primo concerto di Caparezza e mi è piaciuto molto.
Lascio spazio alla recensione uscita oggi su Corriere Fiorentino (il dorso locale del Corriere della Sera) a firma di Antonio Montanaro che è riuscito a sintetizzare in poche battute uno spettacolo denso di quasi due ore.
E, scusate, ma lo devo proprio dire: come faremmo senza musica?

Buona lettura:

    Il caos di Caparezza è tutt’altro che calmo. La voce (e i riccioli) del cantautore di Molfetta tagliano l’afa della Fortezza da Basso come proiettili di un Ak-47. Mitragliate di parole — accompagnate da pura energia musicale — che entrano nella mente e fanno muovere gambe, mani, teste. «Io faccio politica pure quando respiro/ mica scrivo musica giocando a Guitar Hero», canta in «Abiura di me». Quello di Caparezza non è solo un concerto. È anche uno spettacolo teatrale, nel quale mette in scena, con sapiente ironia, i tic di un’Italia sgangherata e malata di corruzione. Così, sul palco, Capa si trasforma in Luigi Delle Bicocche, operaio cassaintegrato, che vive da «eroe» perché «combatte per la pensione», o nel chitarrista in camicia a fiori, che, direttamente da Woodstock, rimane basito davanti alla «rivoluzione del sessintutto» delle nuove generazioni. Parole taglienti, dunque. Ma non solo. Perché anche le vecchie canzoni — da «Fuori dal tunnel» a «Torna Catalessi» — sembrano vivere nuova vita grazie all’onda rock del nuovo cd. Habemus Caparezza. Ed è una fortuna di questi tempi.


pochi secondi tra la vita e la morte
luglio 25, 2008, 4:30 PM
Filed under: segnali di fumo | Tag: ,

Questo video ha vinto 8 premi a Cannes.



Benvegnù in Puglia
luglio 22, 2008, 12:05 PM
Filed under: musica, segnali di fumo | Tag: , ,

Domenica 27 luglio a Giovinazzo (Bari) c’è Paolo Benvegnù in concerto all’interno di questa rassegna.

Lo segnalo e lo consiglio caldamente.

Come si dice in questi casi? Ah sì: sperando di aver fatto cosa gradita…



Scene da una bottiglia ambulante. (Amor omnia vincit)
luglio 15, 2008, 9:56 am
Filed under: città, segnali di fumo, segni urbani | Tag: ,

Il caldo soffocante di questi giorni era riuscito a rallentare i riflessi di tutti, anche dei bambini dell’autobus affollato su cui ero salita per tornare a casa.
C’era silenzio a dispetto del solito chiacchiericcio e voglia di trovarsi tutti, ognuno nelle proprie case, sotto la doccia o semplicemente davanti al frigorifero alla ricerca della bottiglia d’acqua più fresca. Anche il conducente non doveva desiderare molto altro di diverso. Chissà quando sarebbe finito il suo turno.

Eravamo imbottigliati nel traffico dell’ora di punta e avevamo appena caricato un altro gruppo di persone pronte a bruciare l’ossigeno rimanente nel veicolo. Le porte si chiudono e l’autobus riparte. In una manciata di secondi, non più di una decina, succede questo: il conducente riparte e vede un uomo con 3 rose in mano che dall’altra parte della strada gli fa una smorfia di disperazione per aver perso la corsa. L’uomo tenta un cenno, una richiesta d’aiuto. Il conducente prosegue per pochi metri ma poi si ferma. E Aspetta. Giusto il tempo che l’uomo con le rose possa attraversare e infilarsi nella porta posteriore prontamente riaperta.

Il conducente accaldato deve aver colto (o pensato) in quei pochi secondi che l’uomo stava andando ad un appuntamento d’amore ed ha contravvenuto alla regola che vieta di potersi fermare al di fuori delle fermate prestabilite pur di aiutare lo sconosciuto. L’uomo con le rose, nel frattempo, ha attraversato il corridoio affollato, facendosi strada con le sue scarne rose – una bianca, una gialla e una rosina – ed ha ringraziato con un secco ma intenso grazie. Dall’aspetto e dall’accento piuttosto slavo dell’uomo, il conducente doveva aver fatto un grande favore ad un albanese, forse un rumeno.

L’autobus ha ripreso la sua corsa ed io ho ripreso a guardare fuori dal finestrino mentre tutto accadeva lentamente per il caldo soffocante.

L’amore dissesta i ponti e – a volte – ferma gli autobus.



“Essere morti e essere vivi è la stessa cosa”

Ricevo dal mio pusher di chicche la segnalazione di un artista che fa delle cose straordinarie con i graffiti animati. Vi suggerisco vivamente la visione qui. Se sfogliate tutto il sito troverete graffiti manufatti meravigliosi.

    Come le ciliege, una meraviglia ne ha tirata un’altra.

Sapete chi è Gianluigi Toccafondo? Guardate questo e poi ditemi. Toccafondo disegna e poi, tra un passaggio e l’altro, fa delle fotocopie mosse e dipinge sulle fotocopie, poi le monta con la vecchia tecnica di montaggio dell’animazione. Il risultato tecnico è quello che vedrete, quello contenutistico è oltremodo suggestivo.

Questo video è dedicato a Pasolini e si chiama Essere morti e essere vivi è la stessa cosa. Non posso chiosare, aggiungere altro se non dirvi Buona Visione.



la natura vede e prevede
luglio 8, 2008, 1:30 PM
Filed under: segnali di fumo | Tag: ,

“Pensate che forma strana avrebbero i cellulari se la bocca non fosse vicino alle orecchie”.

Non so chi ma qualcuno l’ha detto.