24 fotogrammi in 4 parole


Quella ragazza che amavamo – di Adriano Sofri
febbraio 10, 2009, 9:43 am
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Vi segnalo qui il commento di Adriano Sofri su Repubblica. Le uniche parole che personalmente trovo appropriate. Sennò, silenzio.

Riporto di seguito un piccolo stralcio:

Se c’è una sottile speranza che l’Italia non esca più amara e incattivita da una vicenda oltraggiosamente accanita, è in questo amore condiviso. Il signor Englaro non ha mirato a nessuna convenienza. Non ha fatto conti. Ha fatto quello che sentiva come il suo dovere. Se fosse stato un uomo politico – cioè un politico, oltre che l’uomo che è – si sarebbe sottratto alla piccola trappola della gara col tempo, che metteva in scena nel rullo di tamburi del precipitoso finale il copione degli uni che bruciavano le ore per salvare una vita, degli altri che bruciavano i minuti per sacrificarla. (“Il sacrificio non sia vano”: frase pronunciata ieri sera in Senato, non so con quanta consapevolezza, bestemmia più enorme di tutte, che accusa di un sacrificio umano, e pretende di riscattarlo, per giunta con una legge folle).



Eluana.
febbraio 9, 2009, 3:29 PM
Filed under: morte, politica, segnali di fumo | Tag: , ,

Dico brevemente la mia sulla vicenda Eluana dopo aver parlato con varie persone sull’argomento, letto giornali e documenti vari, dopo aver seguito sul web le reazioni, i gruppi e tutto quello che la rete in occasioni come queste restituisce in termini di opinione pubblica.

Premesso che l’argomento, avendo a che fare con un tema per me spaventoso come la morte, è molto delicato, ho cercato in tutti i modi di accogliere quanti più punti di vista possibili, ricostruendo la storia della Englaro e vivendo questo momento, in qualità di cittadina, come una – speriamo – importante tappa civile del nostro Paese.

Le cose da dire sarebbero tante ma mi limito a sintetizzarle in poche battute.

Credo che nessuno più del padre, Beppino, abbia diritto di decidere dopo 17 anni di stato vegetativo, della sorte della figlia. Non la chiesa, non un medico nè un governo.

Credo – però – che un governo debba pensare a promulgare una legge, complessa ma possibile, sul testamento biologico magari partendo dalla legge per l’espianto degli organi.

Credo che il limite oltre il quale non si possa più considerare viva una persona sia l’encefalogramma piatto.

Credo che sia plausibile proporre un referendum serio sull’argomento per capire cosa pensa la vera maggioranza e non presumerla da quella politica che pur dovrebbe rappresentarla ma che come in questo caso sembra più che mai “scollata”.

Infine credo che l’unico sentimento che sento più forte in questo momento, dopo lo sdegno per la gestione politica e mediatica del fatto, è la compassione per questo padre e per le persone che conoscevano e amavano Eluana, costretti a farsi portatori di una battaglia per i diritti di tutti costruita sul dolore di pochi.