24 fotogrammi in 4 parole


Sophie Calle come Pazienza e Cartesio
aprile 28, 2008, 10:50 PM
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opera di sophie calle

Sophie Calle è una artista molto amata dal pubblico che segue l’arte contemporanea e in particolar modo quella cosiddetta neointimista.
La Calle è una che fa dell’osservazione della vita altrui, e della propria, un’opera d’arte.
Hanno scritto di lei:

    Le idee sono nell’aria, quindi sono di tutti. Ma l’unico tratto che distingue oggi l’arte dagli altri oggetti e pratiche della vita più o meno ordinaria è la firma, dalla cui “istituzione” dipende ogni ulteriore valorizzazione estetica. Catturare le idee e poi ridistribuirle come pezzo del proprio vissuto soggettivo: è il tratto costante e comune delle opere concettuali di Sophie Calle. Ossia fare del mondo, di ogni cosa del mondo, la propria autobiografia. In fondo è un’operazione squisitamente filosofica, non molto diversa, ad esempio, dal Discorso sul metodo di Cartesio. E’ anche l’essenza di ogni vocazione letteraria. Il voyeurismo concettuale e autobiografico di Sophie Calle – che tanti imitatori ha avuto in questi anni con la diffusione del genere “documentario” nelle arti visive e nel cinema – consiste nell’essere insieme autori e attori della propria opera.

Un giorno, mesi fa, una mia cara amica mi ha girato questo file dicendomi che prima o poi avrei saputo che farmene. Ed io l’ho fatto.
Mi ha ricordato Andrea Pazienza e non so ancora bene perchè.