24 fotogrammi in 4 parole


Una motosega per Brandon Sclero

loca_nuova_piccola-matUna motosega per Brandon Sclero è uno spettacolo delizioso in cui Mauro Gasperini e Guido Catalano rapiscono lo spettatore in un circolo virtuoso, e vizioso (per gli appassionati), di racconti in prosa che diventano poetici e versi poetici che diventano racconto.
Si ride. Tanto. Si gode di visioni immaginifiche disegnate solo con la voce. E con le parole, naturalmente.

Se sentite di tappe nelle vostre città, non esitate.
Non temete se lo chiamano reading risvegliando rigurgiti cultural-pallosi.

Di leggere, Mauro e Guido leggono. Ma avendoli scritti quei pezzi, riusciranno a farvi chiudere gli occhi e perdere il conteggio del tempo con la speciale sapienza di contemporanei sheradzade.

Grazie a lei per averlo portato in Toscana.



Adamo, Eva e il serpente: la Genesi dell’advertising

Mi occupo di comunicazione, da sempre. Da quando in famiglia cercavo di esporre le mie intenzioni attraverso riunioni di famiglia che parevano delle vere e proprie conferenze stampa.
Alla comunicazione, quella analitica delle parole, si è aggiunto nel corso del tempo l’interesse (anche professionale) per quella sintetica delle immagini. Ed è stato proprio a fronte di una ricerca sull’advertising che ho scoperto qui una visione davvero particolare sul mestiere del comunicatore. Il pezzo, scritto da Fidelio Perchinelli Direttore Generale di Assocomunicazione, risale a qualche tempo fa ma vi assicuro che ha delle suggestioni molto interessanti:

    Il primo mestiere del mondo non è quello che credete.
    Il primo mestiere del mondo l’ha inventato Satana mascherato da serpente.
    La storia è nota, è raccontata nel primi capitoli del libro della Genesi.
    Pochi, però, hanno osservato che quell’evento non è solo l’inizio delle pene esistenziali dell’umanità. E’ anche l’inizio della pubblicità.

    Abbiamo un comunicatore: il diavolo.
    Il comunicatore ha un obiettivo: vendicarsi di Dio.
    Per raggiungere questo obiettivo ha ideato un piano strategico: convincere le creature a disobbedire al loro creatore.
    Il suo obiettivo di comunicazione è quello di persuadere la coppia umana ad assaggiare un frutto che Dio ha proibito di mangiare.

    Il comunicatore ha selezionato il suo target group, in questo caso una sola persona. La più suggestionabile, la più aperta al cambiamento: Eva.
    Ha elaborato una copy strategy in cui è delineata una promessa allettante: “Se mangerai il frutto dell’albero vietato, diventerai come Dio.”

    La promessa è tale che Eva percepisce il frutto sotto una nuova luce: ci sono tanti frutti da mangiare, ma questo è:
    – più bello da guardare
    – il più importante da possedere
    – il più buono da mangiare

    Satana ha costruito una nuova immagine per la mela.
    Eva persuasa, mangia e agisce poi da influenzatore nei confronti dello sprovveduto Adamo che mangia anche lui il pomo.

    Il seguito è noto, le due creature e tutta la loro stirpe vengono maledette e davanti ai rimproveri divini, Eva si comporta come qualsiasi consumatrice.
    Attribuisce la colpa della scelta errata non a se stessa, alla propria voglia di esplorazione, alla propria curiosità, alla propria libertà di decisione, ma alla subdola seduzione dell’astuto comunicatore: il serpente.

    In tutta questa storia chi si è dimostrato assai inesperto in materia di comunicazione è Dio, promulgando il divieto di mangiare quel frutto e formulando una promessa/minaccia troppo enorme per essere credibile ed efficacemente dissuasiva.
    Ha reso più attraente e desiderabile l’oggetto che voleva allontanare dalla concupiscenza umana, innescando un prevedibile fenomeno di controdipendenza.



i 100 film da vedere prima di morire
marzo 24, 2009, 10:56 am
Filed under: cinema | Tag: ,

Questo è un elenco di 100 titoli stilato da quelli di MyMovies di film che bisognerebbe vedere prima di morire.
Come Napoli, insomma.

Io mi sono divertita a contare quanti ne avevo visti di quei 100. Sono solo 34.
Voi?



Che cos’è l’intelligenza?
marzo 16, 2009, 8:27 PM
Filed under: segnali di fumo | Tag:

Ho dato il via ad un piccolo gioco sull’intelligenza. Ho mandato una email ad alcuni amici chiedendo loro di darmi una personale definizione di intelligenza.

Stanno arrivando definizioni di tutti i tipi. Non ce n’è una uguale all’altra.

Se qualcuno passa di qui ed ha voglia di mandarmi una email con la propria definizione, lo faccia subito! Non importa quanto sia rispondente a quella neurologica o psicologica. Voglio che sia personale.

Quando ne avrò raccolto un certo numero vorrei pubblicarle qui. Con o senza il nome dell’autore, a seconda della volontà di ciascuno.

E’ solo un gioco che a qualcuno, però, potrà servire a sciogliere qualche nodo. A me per prima.



fidarsi ciecamente
febbraio 23, 2009, 2:50 PM
Filed under: anima, segnali di fumo | Tag: , , ,

Mi ha lasciata a bocca aperta vedere un cieco sciare.
Scendeva sui suoi sci da solo, seguendo con l’udito il suono degli sci della guida che gli stava qualche metro più avanti.
Fidandosi ciecamente.

Se penso che io – con gli occhi aperti e funzionanti – spesso non riesco a fidarmi nemmeno di me stessa.

Su internet ho cercato cecità e sciare ed è venuto fuori che ci sono molti gruppi di sciatori ciechi. E in questo ho trovato questa battuta:

“Quali emozioni, quali gioie prova un cieco nello sci?”
“Le stesse di tutti quelli che praticano lo sci, tuttavia in modo più profondo e sentito. Perché partecipo alla gioia della mia guida: un amico, che mi segue come un’ombra, che conosce le mie reazioni, i miei limiti e sa interpretare le mie aspirazioni, liberandomi su pendii di neve polverosa. […]”.

Sarà che davvero i limiti spesso sono solo nella nostra testa. Sarà che spesso abbiamo bisogno di una guida.
Sarà che fidarsi non è mai facile ma, a quanto pare, non è mai nemmeno impossibile.



M’illumino di meno
febbraio 12, 2009, 10:04 am
Filed under: segnali di fumo | Tag: , ,

Partecipa anche tu domani, 13 febbraio, a M’illumino di meno.
Trovate tutti i dettagli qui. E’ un’iniziativa promossa per il quinto anno consecutivo da caterpillar.

Il peggior nemico dell’intelligenza è l’abitudine. A volte basta un piccolo gesto per spezzare questo circuito e dare un segnale forte di cambiamento.

Dalle 18.00 alle 19.30 di venerdì 13 proviamo a utilizzare quanto meno possibile gli elettrodomestici e a tener spente le luci.
Illuminiamoci di meno.



Quella ragazza che amavamo – di Adriano Sofri
febbraio 10, 2009, 9:43 am
Filed under: segnali di fumo | Tag: , ,

Vi segnalo qui il commento di Adriano Sofri su Repubblica. Le uniche parole che personalmente trovo appropriate. Sennò, silenzio.

Riporto di seguito un piccolo stralcio:

Se c’è una sottile speranza che l’Italia non esca più amara e incattivita da una vicenda oltraggiosamente accanita, è in questo amore condiviso. Il signor Englaro non ha mirato a nessuna convenienza. Non ha fatto conti. Ha fatto quello che sentiva come il suo dovere. Se fosse stato un uomo politico – cioè un politico, oltre che l’uomo che è – si sarebbe sottratto alla piccola trappola della gara col tempo, che metteva in scena nel rullo di tamburi del precipitoso finale il copione degli uni che bruciavano le ore per salvare una vita, degli altri che bruciavano i minuti per sacrificarla. (“Il sacrificio non sia vano”: frase pronunciata ieri sera in Senato, non so con quanta consapevolezza, bestemmia più enorme di tutte, che accusa di un sacrificio umano, e pretende di riscattarlo, per giunta con una legge folle).



Eluana.
febbraio 9, 2009, 3:29 PM
Filed under: morte, politica, segnali di fumo | Tag: , ,

Dico brevemente la mia sulla vicenda Eluana dopo aver parlato con varie persone sull’argomento, letto giornali e documenti vari, dopo aver seguito sul web le reazioni, i gruppi e tutto quello che la rete in occasioni come queste restituisce in termini di opinione pubblica.

Premesso che l’argomento, avendo a che fare con un tema per me spaventoso come la morte, è molto delicato, ho cercato in tutti i modi di accogliere quanti più punti di vista possibili, ricostruendo la storia della Englaro e vivendo questo momento, in qualità di cittadina, come una – speriamo – importante tappa civile del nostro Paese.

Le cose da dire sarebbero tante ma mi limito a sintetizzarle in poche battute.

Credo che nessuno più del padre, Beppino, abbia diritto di decidere dopo 17 anni di stato vegetativo, della sorte della figlia. Non la chiesa, non un medico nè un governo.

Credo – però – che un governo debba pensare a promulgare una legge, complessa ma possibile, sul testamento biologico magari partendo dalla legge per l’espianto degli organi.

Credo che il limite oltre il quale non si possa più considerare viva una persona sia l’encefalogramma piatto.

Credo che sia plausibile proporre un referendum serio sull’argomento per capire cosa pensa la vera maggioranza e non presumerla da quella politica che pur dovrebbe rappresentarla ma che come in questo caso sembra più che mai “scollata”.

Infine credo che l’unico sentimento che sento più forte in questo momento, dopo lo sdegno per la gestione politica e mediatica del fatto, è la compassione per questo padre e per le persone che conoscevano e amavano Eluana, costretti a farsi portatori di una battaglia per i diritti di tutti costruita sul dolore di pochi.



Erica Mou, un talento di cui sentiremo parlare
gennaio 28, 2009, 2:54 PM
Filed under: musica

mouE allora parliamone. Perchè questa ragazzina, una diciottenne pugliese, ha un talento che si respira a naso. Anzi ad orecchio.
Autrice lei stessa di testi e musica, interpreta i suoi pezzi con l’esperienza consumata di una che con la musica ha condiviso molto più che pochi anni. Certo, è un frutto acerbo ma un frutto ispirato che vale la pena tenere d’occhio.
Il suo album si chiama Bacio ancora le ferite, ed è stato realizzato dopo un anno intero di attento lavoro. Alla realizzazione hanno collaborato ospiti eccellenti come Kaveh Rastegar (l’attuale bassista di Ligabue) e Nate Wood (ex battersita dei The Calling).
Senza parlare poi che due punte di diamante della nuova scena jazz italiana, Francesco Bearzatti e Gianluca Petrella sono presenti in un brano a testa.
Il mix e’ stato fatto allo Start da Eugenio Vatta (Sergio Cammariere) e il mastering al mitico Sterling Sound di New York da Jay Franco (NERD, Erikah Badu, ecc.)
Al MEI, in conferenza stampa davanti ad un moltissima gente, Red Ronnie ha dichiarato che “Erica Mou e’ il futuro della musica italiana”.

So che è stata stilata una scaletta di nomi a cui Erica Mou è stata associata, dalla Consoli ad Elisa e via dicendo. I punti di riferimento e di partenza ce li hanno tutti. Il punto è: se a 18 anni questa ragazza riesce a creare tutto questo, cosa farà tra qualche anno?

Video su Youtube:
oltre
è



Ceci n’est pas un cerveau
gennaio 16, 2009, 3:15 PM
Filed under: segnali di fumo | Tag: , ,

melon-brain1

La segnalazione mi arriva da qui.
L’idea che una persona veda un cervello in un cocomero mi consola. In genere ci sono dei cocomeri spacciati per cervelli.